inusuale adesso
il tuo sguardo sul molo
attendi serena l’andare
in un giorno nuovo
ritrai i vecchi pensieri
una valigia di cartone
la mia diaspora
vagheggiano ideali
sullo zoccolo del ponte di coperta
appuntata
nei taccuini
sta la traccia del viaggio
aspetto
che terra venga alla vista
mentre tu
torni a casa
Giordan
14 commenti:
Nei tuoi versi compaiono due parole che penso spesso associate tra loro. Ideali e diaspora.
Rifletto frequentemente come gli ideali siano oggetto di dispersione,di diaspora per opera dei poteri forti.
Più disgregati sono,meno forza hanno...
Ciao caro Giordan!
Dunque...questo viaggio lo farai da solo, con la valigia di cartone e un blocco su cui c'è la traccia del viaggio. Mi sembrano versi molto tristi.
ciao Guernica, il concetto è esatto. Il viaggio in questo caso, rappresenta l'abbandono della terra. Una terra madre o sposa. La destabilizzazione dei ruoli che rende mobile un elemento statico, sposta l'attenzione del lettore che individua una condizione autobiografica nel testo. Non è un errore di comprensione è la bivalenza della poesia che confonde. La sua forza sta proprio in questo, nell'essere fondibile con gli elementi concreti che coctituiscono le sicurezze umane; affetto e territorialità.
ciao serenella, tu hai colto il lato sentimentale affettivo del testo. in effetti, come dicevo a Guernica, siamo di fronte ad una metodica bivalente, voluta dello scritto.
rispondo: per fortuna l'hanno soltanto guardata...
è un viaggio alla ricerca di qualcosa?
Ciao Giordan...
non smetto d'immaginare i luoghi e le scene che si proiettano nella mia mente tutte le volte che leggo ciò che scrivi.
Lasciare la propria terra o comunque "una terra"....lascia scie smarrite alle nostre spalle per volgere i nostri sguardi avanti, laddove la meta attende i nostri passi....ma disperde...
per poi ritrovarci ad accogliere nuove vie e nuovi ricordi che porteremo dentro....come la "la madre terra" impone.
ti abbraccio.
.......riesci sempre a "stimolare" le mie riflessioni....
partire...il verbo più interessante della lingua italiana!( per me)
E' vero Giordan!
Quanto ci fa essere sicuri la territorialità!!!
L'ho constatato in questo mese. Penso all'instabilità ed alle condizioni derivanti dal terromoto.
Quando anche ciò che diamo per scontato come statico,si rivela...meno statico.
Come un punto fermo che si sposta.
ciao Pupottina, beh! certo solo guardata... però un pò spiace vedere sempre la strumentalizzazione del corpo femminile come "richiamo ad altro". Anche se ormai il corpo maschile sta facendo la stessa fine...
il viaggio? il viaggio può essere fuga, abbandono, principio, avventura, sradicamento... le emozioni percepite, sono il senso in questo caso, che identifica il viaggio.
un abbraccio
carissima darksecretinside, hai una profonda capacità di cogliere i contenuti e le emozioni di un testo. Attraverso la lettura, ognuno di noi salpa per nuovi lidi, nuove avventure. Attraverso la vita, si compie un percorso analogo ma attivo. L'andare, è sintomo di ricerca ma anche di spaesamento. La memoria è il nostro radicamento, il nostro valore ancestrale mentre il moto appartiene al presente.
Un bacio a presto
ciao upupa, grazie sono felice di suscitare emozioni.
anche per me il verbo partire è uno dei migliori...amo viaggiare
un abbraccio
carissima Guernica, quanto tu dici è verissimo. Le persone nascono in un luogo e ad esso, appartengono. Quando una tragedia come il terremoto in Abruzzo destabilizza la sicurezza nell propria territorialità, si comprende quanto determinante sia il luogo nativo per un essere umano. La staticità appartiene alla non vita: noi viviamo e siamo immersi nella vita di un insieme. A volte però, ci riserva sorprese drammatiche.
Ti sono vicino con tutto il cuore Guiernica spero che presto le cose si stabilizzino su tutti i fronti ne avete diritto e bisogno.
Un bacione grande grande ciao
Grazie Giordan!
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