martedì 30 giugno 2009

rilassamento

a volte è indispensabile ritrovare il proprio equilibrio




































































ecco dove scorro i miei pensieri

dove srotolo la mia pergamena

traccio parole ora

raccoglierò olive domani

osservo le rose e

siedo

tra il prunus e il cercis siliquastrum

scorro

sulle grandi foglie del cucurbita pepo

nell’attesa

del verde frutto

giordan e lo zen giardino




tanto per donare una vena di spensieratezza, al mio continuo analizzare




sabato 27 giugno 2009

progresso regressivo

aspetterò
che questo falso inverno transiti
per questi armati muri
per queste prede
rubate alla terra

nuovi mostri vuoti
avanzano ma
aspetterò

che il verde ancora ingoi
lo scempio

progresso regressivo


resta inatteso qui

questo tonare lontano

sorprende l’anima mia

adesso

nel verso ritorno andare

per vie di bosco

piume d’uccelli

versi e

volpi guardinghe


non sono strumenti

quei lontani lamenti

adagiano in aria e vagano

per stanze infinite


infrangono còi tronchi

le siepi

nel canneto

a valle

sui giunchi


ovunque questo tuono

questo rombare profondo

un’ugola meccanica che

violenta gli anfratti remoti

non da tregua e ingoia

tra fauci invisibili

ogni mistero

confuso nella selva


Giordan




lunedì 22 giugno 2009

orizzonte

orizzonte


c’è un orizzonte che abita ogni uomo


la sua insita vastità

è il verbo atavico

della saggezza acquisita


Giordan



domenica 21 giugno 2009

un dono ricevuto

HO RICEVUTO DA LUNA QUESTO DONO E LA RINGRAZIO DI CUORE PER L'ATTENZIONE E L'ASSIDUITA' CON LA QUALE MI SEGUE.

dono a lei questa poesia per la sua fedeltà e per il grande dono della sensibilità che possiede

profugo tra i profughi

io andato

per vie di terra e polvere

d’argini arsi

coi muli sopra esausti


rivolti stanchi

a nord del vuoto


carichi

di piaghe umane in fuga

o in corsa

al flagello


e adesso ancora

senza vergogna

girano sottosopra il tempo andato

per confondere

per negare il mai morto

su questo mare denso

dove la prua del consenso affonda

senza senso

e plagia nuovamente

la mente

dei contadini storti

assopiti o assorti?


in acerbi pensieri distanti e confusi

tra i casali

il fieno delle tese e le fonti

dove stolide mandrie al pascolo

sperse

dissetano

in un angolo borghese

che non rifiuta e siede

sulle braci ardenti dell'errore


Giordan




opera di Maurizio D'Agostini foto: by giordan

La poesia nasce nel 2006 ma si contestualizza nella giornata mondiale del rifugiato che cade
il 20 giugno 2009 ricordando il decennale decreto regionale n° 55/1999 per i diritti umani.

"Zingara anima" di Luna, in qualche modo, traccia un cammino introspettivo prima e concreto poi, sul nomadismo senza confini e regole.

un fiume

Un fiume


scorre un fiume

alle rive

meste cicale d’estate


lievi i tuoi occhi

posano sul ramo del gruccione che

piega

modesto


riflessi invadono nel canto dei vespri

coste di integri deserti

dissetano l’avidità dei resti

mai sazi


cocci di madreperla sparsi

piccole mani grondanti la sabbia

congiungono ciò che la tempesta ha infranto




Giordan

sabato 20 giugno 2009

dimmi che freddo rimane

DIMMI


CHE FREDDO RIMANE

NEL SORDO ASCOLTO

DI UN CANTO MUTO


LAPIDATI VERSI HO SCAGLIATO AL VENTO


COSCIENTE DELL’ECO

NON SCOSTERO’ IL CORPO

AL RISCHIO DELL'URTO



GIORDAN



giovedì 18 giugno 2009

il silenzio sosta in noi


il silenzio sosta in noi


Il silenzio sosta in noi

così

la saggezza prende fiato

stordiscono nel mentre

inutili parole

foglie

di un quotidiano autunno.

Giordan

maschere

maschere


uomo

metafora del respiro

muovi passi equilibrandoti

perdendoti

cercando di sfuggire alla morte dei morti


alla morte dei vivi


corri

rincorri

fermati!



questa è la vita

senza attori e statue

senza difese al marcescente

senza limiti al ridere

Giordan



lunedì 15 giugno 2009

essere stati

Questo mio passo

segue remota traccia


saper dire

saper fare


sentire d’esser già stato

già abbracciato

già goduto

vissuto


a volte

anche un corpo ventenne

trascina le ossa per i fossati.

Giordan



domenica 14 giugno 2009

il poi

ascolterò

nel mio stare supino

il frullo degli uccelli

il gorgoglio dell’acqua

il sommesso canto del vento


ascolterò

dal grembo di questa terra

le mille voci di mia madre

il passo continuo

lento

di mio padre


allora

tornerò me stesso

ancora sarò fibra

tralcio di vite

seme

d’ altri semi


Giordan


testo tratto da "itinerari"



martedì 9 giugno 2009

così

così


l’amore può essere

mani

che incontrano

visi

divisi dal vento e

dal mare

in questo perpetuo navigare

su un banale rifiutare

di onde torve e amare dove

stare

è l’incognita del terso chiarore vitale



Giordan



sabato 6 giugno 2009

c'è qualcosa che spaventa


c’è qualcosa che spaventa

che chiude i fiori neri dell’inconscio quando

celate parole

dalla sola incomprensione

indicano o

peggio

additano

dio


ma cos’è dio?

il creatore dell’universo o

lo scudo delle nostre ambiguità?


le debolezze sono altra cosa

sono alta cosa

non lasciano scampo ai duri di scorza

ai coriacei e indefessi imbecilli


sono voce

di cuori sensibili

dove l’amore ancora

fa il nido


dio allora?

a chi serve?

a cosa serve?


compone

un insieme di segnali invisibili

di tracce


passano per il dolore

obbligatorio espiatore

passano per l’inginocchiatoio

per la sagrestia ma

non perdonano

il diverso

il suicida o

l’anarchico



Giordan