domenica 27 febbraio 2011

dedicato ad Hermann Hesse



Notte

Col crepuscolo ed il canto del merlo
s'avanza la notte dalle valli.
Le rondini riposano,il lungo giorno
anche le rondini ha stancato.

Per la finestra con un suono trattenuto
passa l'arcata leggera del mio violino.
Capisci, bella notte, la melodia-
la mia vecchia canzone, la canzone a te?

Un fresco fruscio giunge dal bosco
che il mio cuore rabbrividendo ride,
e piano con forza gentile mi vince
sia il sonno che il sogno e la notte.

Hermann Hesse


 

giovedì 24 febbraio 2011

Gianni D'Elia

ci sono poeti, che hanno tracciato e tracciano,  linee di cambiamento in ciò che oggi è la poesia del 900, migrante nel secolo a venire.

Tra questi voglio segnalarVi Gianni D'Elia: una penna che percorre attraverso la poesia civile, un sentiero pasoliniano, ma non per questo, privo di autonomia e autenticità.

Vetri sonagli
da Antonin Artaud, vitre de son (TACCUINO FRANCESE)

Vetri sonagli dove girano gli astri,
bicchieri dove bruciano i cervelli,
il cielo brulicante d'impudori
divora la nudità degli astri.

Violenta e vaga una bava
brulica in fondo al firmamento;
una lumaca striscia scompiglia
il calmo schisto delle nuvole.

E gioie e rabbie il cielo tutto
getta su noi come una nube 
in un vortice d'ali selvagge
torrenti giù d'oscenità.

Gianni D'Elia 
(tratto da libro TRENTENNIO - versi scelti e inediti 1977 - 2007)
Giulio Einaudi Editore

In questo testo, percepisco una cosciente vicinanza al ciò che forma "l'insieme" natura.
Non esiste un abbandono alle traccie, un lasciare senza "osservare" le peculiarità del contesto circostante. La complessità dei suoi versi, penso, abiti nelle parole comuni ordinate in una sottile, "illogica", precisione sentimentale. Con il termine "illogico", identifico lo svincolo dai codici: uno svincolo che lascia libertario ed errabondo ogni verso.

giordan

sabato 12 febbraio 2011

in un giorno qualunque



è in un giorno qualunque o

l’altro

solito giorno

o quello dove non trovi i motivi

per cui accade

perché

l’immotivato

è così

sgronda tra i tubi verticali e neri ai muri

e non puoi farci niente

perché la pioggia non la fermi

e quindi scende

portandosi dietro del metallo

il ferùmene



perché così fa’ la vita

lascia che i toni fondano

e sfondano

è un ripetere ostentato

naturale

questo trascinarsi delle gocce

per ricongiungere i ponti di questa nostra infinita e

in-mutevole diaspora


giordan







mercoledì 9 febbraio 2011

il manicomio

Ci sono angolazioni della vita che si comprendono a fatica.
Ci sono esseri umani, che hanno provato, vissuto...assaggiato l'amaro sapore della morte da vivi
attraverso l'abbandono, l'isolamento, l'annullamento.


Alda Merini, è stata testimone e portavoce della crudeltà umana


Le mie impronte digitali




prese in manicomio


hanno perseguitato le mie mani


come un rantolo che salisse la vena della vita,


quelle impronte digitali dannate


sono state registrate nel cielo


e vibrano insieme


ahimè


alle stelle dell'Orsa maggiore.


...  --  ...


Solo un mano d'angelo




intatta di sè, del suo amore per sè,


potrebbe


offrirmi la concavità del suo palmo


perché vi riversi il mio pianto.


La mano dell'uomo vivente


è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri,


è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!


Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi


per il tranquillo pianto del proprio fratello!


E dunque, soltanto una mano di angelo bianco


dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso


potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo


senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.






Alda Merini


pubblicato da Giordan