venerdì 15 maggio 2009

riflessione sulla questione Abruzzo

Ho letto e riletto più volte questa opinione e devo dire che è difficile dargli torto anzi, credo sia solo la ragione a prevalere.

In questo paese, grazie al volontariato, riusciamo a sanare le lacune incolmabili delle nostre amministrazioni. Attraverso gli aiuti economici o pratici, gli italiani compiono delle funzioni che dovrebbero essere di pertinenza dello stato. Il volontariato, è una risorsa che esiste in tutti i paesi civili ed è un ottimo aiuto per accelerare i processi di ristabilizzazione. Quando questo però diventa l’unico elemeno su cui si fondano le speranze dei disagiati, allora siamo alla frutta.

Il testo è un po’ lunghetto ma vale la pena leggerlo. Forse per alcuni non è cosa nuova ma può essere fonte di uletriore riflessione.

Buona lettura e aspetto i vostri commenti

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi
raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia
suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza
il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun
numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò
nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle
poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole
bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori,
alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi
hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette non-stop, le scritte
in sovrimpressione durante gli show della sera. Non dò un euro. E credo che
questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da
italiano, io possa fare.

Non dò un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo
stereotipo dell'italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di
cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei
momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio
che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficenza, fanno da
pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull'orlo del pozzo di Alfredino, a vedere
come va a finire, stringendoci l'uno con l'altro. Soffriamo (e offriamo) una
compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi
coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non dò
una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono
già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione
civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la
Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano
invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l'economia del nostro
Paese.

E nelle mie tasse c'è previsto anche il pagamento di tribunali che
dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero
farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una
classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma
proprio nulla, che non sia passerella.

C'è andato pure il presidente della Regione siciliana, Lombardo, a visitare
i posti terremotati. In un viaggio pagato - ome tutti gli altri- da noi
contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n'era proprio bisogno? Avrei potuto anche
cacciarlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di "new town" e io
ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: "new town". Dove
l'ha preso? Dove l'ha letto? Da quanto tempo l'aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve
essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come
nasce "new town". E' un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani,
nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che "in questo
momento serve l'unità di tutta la politica". Evviva. Ma io non sto con voi,
perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle
della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello
che è successo, perché governate con diverse forme -da generazioni- gli
italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono
per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una
giustizia che non c'è.

Io non lo dò, l'euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha
servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto
Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo tirar fuori questo
euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo
sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po' dei loro risparmi alle
popolazioni terremotate. Poi ci fu l'Irpinia. E anche lì i miei fecero il
bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la
ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l'Irpinia ci fu
l'Umbria, e San Giuliano, e di fronte allo strazio della scuola caduta sui
bambini non puoi restare indifferente.

Ma ora basta.

A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima? Hanno
scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando
un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a
L'Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario
compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci
fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.

Ecco, nella nostra città, Marsala, c'è una scuola, la più popolosa,
l'Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un
albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un
edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di
euro d'affitto fino ad ora, per quella scuola, dove - per dirne una - nella
palestra lo scorso ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il
terremoto! Lo scirocco! C'è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la
dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c'è, annegato, con gli altri, anche l'euro
della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non
come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.

Stavo per digitarlo, l'sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno
sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul
terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho
capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per
quella bestialità che avevano detto.

Io non dò una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa
succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi.
E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta
e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l'alibi per non parlare d'altro,
ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella
che sta all'opposizione) perché c'è il terremoto. Come l'11 settembre, il
terremoto e l'Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se
solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli
sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei
super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono
le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta
sempre più rabbia.

Io non dò una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il
mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di
italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa
pianto, quando sento dire "in Giappone non sarebbe successo", come se i
giapponesi avessero scoperto una cosa nuova, come se il know-how del Sol
Levante fosse un' esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di
laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all'atto
pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel
frastuono della televisione non c'è neanche un poeta grande come Pasolini a
dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno
uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.

Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il
diritto di dire quello che penso.

Come la natura quando muove la terra, d'altronde.

(Giacomo Di Girolamo, redattore del Giornale di Sicilia)


10 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Come si fa a contestare una tale, giusta analisi?

DARK - LUNA ha detto...

Ciao Giordan...a comferma di ciò che sei,ripeto e sottolineo la tua grandezza e l'attenzione che hai dato a questa opinione ti rende, ai miei occhi ancora di più.
Bene. io devo ringraziare con tutta l'anima e tirando anche un sospiro di liberazione, chi ha scritto questo testo. Non c'è una sola virgola che non esprime esattamente tutto quello che io penso e le mie conseguenti
azioni-non azioni.....le mie frustrazioni ed il mio pensare quanto tutto sia ed io trovo redicolo.Sono felice di questo tuo post. Sono felice. Perchè qualcuno, più bravo di me, mi ha fatto da porta voce. E sono ancor più felice, per la sincerità,la chiarezza e la limpidità di questa persona che non ha avuto nessuna remora nell'esporre con tanta logica ed intelligenza ciò che pensa.
Detto questo, penso anche, che se qualcuno "può" (e non sono di certo io) e si sente di fare donazioni e altro, è assolutamente giusto che si faccia, anche perchè non tutti sono disonesti e soprattutto, va ricordato che attraverso milioni di donazioni, si è riuscito a fare molto nel nostro paese e nel mondo, dalla ricerca medica, ai progressi di vita dei paesi sotto sviluppati, quindi, deve passare chiaro il messaggio che non ci si deve fermare in questo,mai. Questa è la parte positiva del nostro paese e deve continuare ad essere tale....questo è quello che sicuramente compiamo e costruiamo, noi.....appunto noi...escluso ogni sorta di politico.
un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Non mi è nuovo, no.

Sarò breve.Spero.
L'analisi di Di Girolamo, non fa una grinza. E' lucida e precisa.
Sono abruzzese e non lo biasimo affatto.
Voglio considerarla una sorta di denuncia alla pessima gestione dei nostri contributi.

Tuttavia, io i miei centesimi li ho dati, semplicemente perchè le condizioni sono gravissime e queste Istituzioni non sono in grado di rialzarci.

Anche desistendo da ogni forma di volontariato, dubito che le cose effettivamente possano cambiare.
Insomma a prescindere da esso ci sarebbero seri provvedimenti da prendere.
Ma ora corro il rischio di ricadere nei soliti discorsi che non voglio fare.
Un circolo vizioso?

Un abbraccio.

giordan ha detto...

ciao Angelo azzuro, l'analisi non fa una piega è quello il guaio.

un abbraccio

giordan ha detto...

ciao darksecretinside, sei molto buona con me. Cerco di trovare delle risposte a tante cose che non condivido di questo paese sperando possano essere fonte di riflessione per migliorarci. Se penso a quante baggianate hanno detto in tv, alla sfilata fieristica che i vari parlamentari hanno fatto in Abruzzo, solo per interesse politico, a quante persone stanno soffrendo ostaggi di una cattiva politica e vittime di delinquenti che hanno costruito in modo osceno.

non riesco a tollerare certe ingiustizie ecco perchè ritenevo giusto diffondere il messaggio anche se credo non dobbiamo mollare e stare vicino in tutti i modi, ai nostri Abruzzesi.

un bacione

giordan ha detto...

Ciao Guernica, nessuno meglio di te riesce ad analizzare quanto espresso nel testo. Resta il fatto che nessuno deve pensare allo stato, come unico delegato alla risoluzione altrimenti siete perduti.

Hai tutta la mia solidarietà e spero che attraverso una tagliente ma doverosa informazione, riusciamo a toglierci dai piedi i fanfaroni della corte una volte per tutte.

grazie Guernica per essere passata in un post che lascia l'amaro in bocca

un bacio

upupa ha detto...

......... Sono abruzzese anch'io....sono pienamente d'accordo con l'analisi fatta..ma come dici tu chi paga sono sempre i più deboli,i più poveri i più umili....
Ed io voglio essere vicino a questi..a chi ha perso tutto, a chi non ha più ciò per cui ha lavorato una vita...e allora si...i miei pochi centesimi li dò....perchè i nostri malavitosi politici mangiano tutto..e non lasciano che disperazione..è questo che faranno anche in Abruzzo!

giordan ha detto...

ciao upupa, dobbiamo cercare di diffondere più cultura più informazione possibile per difendere il popolo. Oggi, se non ci organiziamo in questo modo, non riusciamo a liberarci dai cialtroni di palazzo. Per quanto riguarda l'Abruzzo, dobbiamo tutti tenere gli occhi aperti, molto aperti

ciao un abbraccio

Tala Masca ha detto...

Ciao Giordan,
prima di tutto grazie per la tua visita :)
Mi spiace non poter leggere il tuo post, ora, ma posso dire di apprezzare molto il tuo modo di esporre i pensieri perchè ho letto una parte dello scritto postato da Dark reputandolo molto originale.
Perciò, omplimenti sinceri :) a presto, e buon fine settimana

giordan ha detto...

ciao Talamasca,
hai un blog interessante tornerò di certo

il mio scrivere è nomade e senza definite regole... spesso le infrango per uscire dai luoghi comuni...
grazie a te

alla prossima