sabato 4 aprile 2009

un non rumore


Trastevere in arte
2008
















un non rumore

apre il giorno oggi

non c’è una definizione che consoli

che illumini i passi nei declivi della vita


vivere il disagio del tempo vano

lo scandire delle ore vuote

disarma i grandi


guardo i miei occhi e

libero dallo spazio temporale

m’insinuo

fra i rami dell’olmo


scorgo le rogge copiose che

solcano le carni alla terra

ieri come oggi

saranno traccia per il domani

abbandono il respiro nel vento adesso

resto in equilibrio

sull’asse del mio io

sicuro


un uomo, una donna, diventano adulti quando non sanno più essere bambini.

Allora non resta loro che l’attesa

non resta loro che guardar la vita

dalla finestra

la vedranno andar via

per non tornare più


GIORDAN



12 commenti:

DARK - LUNA ha detto...

"vivere il disagio del tempo vano
lo scandire delle ore vuote
disarma i grandi"
I GRANDI...COME TE....
BELLISSIMA.....
M'INCANTI OGNI VOLTA....

"non resta loro che guardar la vita
dalla finestra
la vedranno andar via
per non tornare più"

SI IL TEMPO PASSA...
E LA VITA SCORRE....
NON TORNANDO PIU'... NON SO....
VEDO CHE TUTTO E' COSI'
CONTINUO, SCORREVOLE, ETEREO...
CONTINUAMENTE....SENZA PASSATO, PRESENTE E FUTURO...CHE IN ME SI MESCOLANO SEMPRE...
CHE NON SO.
NON SO SE NON RITORNI PIU'....

giordan ha detto...

la vita che se ne va, è quella satura di esperienze, di giocosità. chi non trattiene in se, un pò del bambino che è stato, è come se avesse smesso di vivere e fosse solamente una macchina per produrre, per fare P.I.L quindi una scatola vuota. poi la vita, intesa come esistenza, torna, torna sempre fino all'espiazione, fino a quando non si è raggiunta la comprensione che consente l'andare oltre...

grazie darksecretinside

un abraccio

NERO_CATRAME ha detto...

bellissima,ma concordo con DSI un uomo e una donna alla finestra guardano il tempo passare si,ma il passato li allieta ,il presente continua a portare i loro passi allineati avanti.Il passato non torna più se non nei ricordi,il presente è quello che li rende lieti e felici di ritornare.

Anonimo ha detto...

Ciao Giordan!

-abbandono il respiro nel vento adesso
resto in equilibrio
sull’asse del mio io
sicuro-

E' un guaio a volte quando il nostro io è troppo sicuro.Poi saprà mantenerlo quell'equilibrio?

giordan ha detto...

ciao nero catrame,
quando due guardano dalla finestra e sono sereni per i loro ricordi, fanno parte di coloro che non hanno scacciato la loro infantilità. allora vivono sereni i giorni a venire e godono nel riaprire il vecchio baule, per giocare con il passato.

grazie
ciao

giordan ha detto...

ciao guernica,
bello il tuo intervento.
E' proprio li che si nasconde il segreto. Il nostro equilibrio interiore, è dato da temporanee fughe dal mondo artificiale. Ci rifugiamo sempre più nei luoghi asettici, puliti, come una casa. Un bambino trova nella natura il suo ambiente e così dovrebbe essere, anche quando non si è più bambini. Giustamente nasce la tua domanda: ma riusciamo poi a mantenerlo questo equilibrio? questa sicurezza? Credo di no sai sono momenti che vanno e vengono. Siamo troppo impregnati di un mondo falso e pieno di immagini surreali. La nostra vita è un continuo andare e tornare alle origini. Il pericolo è quando non torniamo più, quando il mondo falso e fagogitante che abbiamo costruito, ci ingoia definitivamente e impedisce il nostro ritorno sull'albero. Allora la natura, nostra vera madre, diventa altro, diventa luogo dove solo prendere senza mai dare fino alla morte.

ciao guernica a presto

giordan ha detto...

Carissimi tutti,
non posso che ringrazziarvi per la vostra presenza. Questo che sta ogni giorno sempre più prendendo corpo, è un grande lavoro di ricerca.


grazie ancora

Anonimo ha detto...

La visione è come quella di un corpo in bilico (e qui ripenso al funambolo di cui ti parlavo in un commento precedente) attratto da più forze di gravità.
Ora io in fisica ero una schiappa e non so dire dove cadrebbe; nella realtà non potrebbe essere concepibile invece che, paradossalmente, più si hanno fonti di attrazione e più si fa perno sulla propria forza intrinseca? Sul proprio equilibrio?
Vivendo nell'artificio e la falsità,ma restandone coscienti.

Forse sono un po' incomprensibile nel mio vaneggiare...
Scusami.
:)

upupa ha detto...

..carissimo.....dobbiamo sempre tenerci stretto il bambino che è in noi...è lui che ci fa vedere le cose con una luce diversa..ci permette di gustare l'incanto e la meraviglia di esserci....
un abbraccio

giordan ha detto...

ciao Guernica, non stai vaneggiando; il tuo è un lavoro di ricerca, di comprensione. La definizione di funambolo è giusta. La percezione che ogni giorno dobbiamo stare in equilibrio sulla nostra condizione, è sentita in modo diffuso da tante persone ma, in questo caso, l'equilibrio non è quello legato alla gravità ma quello dello spirito. quella stabilità "funzionale" della nostra psiche, che consente la "sopravvivenza" nell'artificiale.
La nostra forza come perno... Si, credo di si: l'essere attratti da qualcosa, accresce in noi una forza che a volte può essere incontrollabile. Se questo qualcosa non è materia artificiale ma amore, passione o la scoperta della nostra interiorità allora il nostro camminare nel filo è sicuro. La coscienza? quella è una propietà astratta negli umani e non sempre è identificabile come invece lo è nel lupo, nel tasso o che ne so... in qualsiasi essere vivente. nessun animale uccide senza una forte motivazione legata alla sopravvivenza molti uomini invece, uccidono per uccidere.

un abbraccio

giordan ha detto...

ciao upupa, è propio così.
i grandi devono lavorare molto dentro per trattenere la grande forza del bambino se la perdono è la fine.

giordan ha detto...

p.s. per Guernica:
il libro lo trovi abbastanza facilmente la mia è un'edizione vecchia ma sono sicuro che l'hanno ristampato. Il titolo in italiano è: La Società dello Spettacolo di Guy Debord naturalmente. Se vai in una libreria Feltrinelli lo trovi. E' un mattoncino e tutti quelli che si sono avventurati nel testo si esprimono così: "ho capito il dieci per cento dei contenuti ma sono certo che Debord aveva ragione" comico ma vero. Io lo leggo e rileggo da anni e lo trovo di estrema attualità. Sono un situazionista antico non come Umberto Eco in quanto molto più anziano di me ma comunque, da parecchio tempo studio gli scritti di Debord.

ciao Guernica