Domingos al lavoro sulla spiaggia
sbozzatura su pietra calcarea
gli utensili di Domingos:
un pezzo di legno per martello
un cacciavite come scalpello
È ancora l’alba e il sole taglia l’orizzonte sull’oceano.
Domingos è già in piedi e raccoglie i suoi pochi e artigianali utensili per dirigersi sulla spiaggia di S. Maria. Una vita semplice, scandita dal vento e dal canto del mare. Una pelle bruciata su tratti somatici che noi occidentali, erroneamente, identifichiamo come giamaicani.
Arriva nel luogo dove lavora, dissotterra le sue opere dalla sabbia e le espone poggiandole su un relitto di imbarcazione, poi, inizia a lavorare su legno, pietra calcarea , pietra lavica e corna di mucca.
Ho parlato a lungo con lui …
D.Qual’ è il tuo nome?
R. Il mio nome è Domingos Gregorio Gonçalves Silva Djumanga
D. sei originario dell’Isola di Sal?
R. non esattamente; sono un capoverdiano ma sono nato nell’Isola di Santiago.
Nell’Isola di Sal ci sono venuto per lavorare.
D. che lavoro fai qui a Sal?
R. faccio lo scultore e realizzo vari oggetti usando materiali naturali.
D. vivi da solo qui a Sal?
R. sì, la mia famiglia non c’è quasi più (si fa per dire), mi è rimasta in vita solo la madre che vive a Santiago. È più bella Santiago, c’è molto più verde e ci sono anche i pappagalli, quelli colorati. Mia madre è molto vecchia e deve stare tranquilla. La nostra casa è accogliente e c’è anche un piccolo orto che lei coltiva, così può mangiare senza dipendere dagli altri.
D. pensi che lei possa non avere bisogno di te?
R. sì certo, è una donna forte non ha bisogno della mia presenza. Vado a trovarla due volte all’anno e nell’occasione lascio a lei dei soldi, quelli che mi guadagno con il lavoro di scultore.
Lei è felice di vedermi quando torno e anch’io sono contento, ma poi devo tornare qui. Non riuscirei a vivere a Santiago.
D. perché non riusciresti a vivere a Santiago?
R. non c’è il turismo che c’è a Santa Maria nell’Isola di Sal. Qui arrivano un sacco di turisti da quando sono stati costruiti gli alberghi. A Santiago non c’è nulla o molto poco.
D. non ti sembra che sia sfrenato questo turismo e che l’urbanizzazione che sta avvenendo, stia portando via l’isola ai legittimi proprietari per fare posto ad altri?
R. in effetti è cambiato molto a Santa Maria. E anche la costa è cambiata. Ci sono alberghi dappertutto, ma sono la nostra primaria fonte di sostentamento. Prima non c’era nulla e la gente moriva di fame. L’Isola è molto arida, ha un deserto esteso e non c’è agricoltura. Solo la pesca sarebbe l’unica fonte di reddito. Dopo la guerra di liberazione, che ha reso indipendente l’arcipelago di Capo Verde dal dominio portoghese, dipendiamo dall’Africa o dalle Canarie per i beni di prima necessità come frutta, verdura, acqua ecc.
D. al mercato comunale di Santa Maria, sono entrato in una abitazione: mi sono seduto a terra in cerchio con degli artigiani. Ho parlato con loro dell’impatto del turismo. Mi hanno fatto il tuo stesso discorso ma hanno percepito i rischi che stanno incombendo sull’Isola. Hanno anche capito che i due unici partiti che ci sono, non sono vicini alle problematiche della gente e lasciano fare “ai bianchi” quello che vogliono. Cosa ne pensi?
R. la penso come loro, ma ripeto, se noi oggi possiamo mangiare e avere qualcosa in più è proprio per il turismo. La politica è una cosa dalla quale io sto lontano. Chi gioca con la politica rischia molto. Io non so bene come funziona e sto lontano da certe cose.
D. in città ho visto dei vecchi ai margini della strada in condizioni di assoluta povertà e tempestati di mosche che gli ronzavano nelle ferite. Ho avuto la sensazione, che qualcuno stia già pagando il prezzo dell’invasione barbarica. Cosa ne pensi?
R. molti anziani sono lasciati a se stessi in quanto i figli lavorano negli hotel o nei vari negozi dell’isola. Fanno molte ore di lavoro e tornano a casa la sera tardi. I vecchi sono soli e non hanno la possibilità di lavorare la terra. La pesca potevano farla da giovani adesso devono aspettare che i figli rientrino a casa con qualcosa da mangiare. Ecco perché mia madre è a Santiago almeno la si può lavorare la terra.
D. parlando al mercato, ho appreso che i turisti attraverso delle agenzie italiane, comprano a basso prezzo le case degli isolani per usarle nelle vacanze. Poi quando non le usano, le affittano sempre attraverso le agenzie, a della gente di Santa Maria (non a tutti naturalmente) ma gli affitti sono elevatissimi per i redditi locali e molte persone del luogo sono costrette a vivere in baraccopoli fuori città senza acqua e corrente tu cosa ne sai?
R. so che ci sono problemi di quel tipo, ma non sono molto informato. Ci sono tante cose non giuste a questo mondo.
D.quali sono i tuoi progetti per il futuro?
R. riuscire a visitare l’Europa e diventare uno scultore famoso. Però vorrei continuare a vivere qui, perché questa è la mia terra.
D.non vorresti tornare a Santiago?
R. sì, da vecchio, sì certo. Là ci sono i pappagalli colorati, la mia casa con l’orto… sì, penso che tornerò là quando sarò vecchio.
Giordano Montanaro
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