domenica 6 dicembre 2009

atrofia borghese

atrofia borghese

soverchia ora
ciò che l'attesa stava al rimesto
al quieto trascorrere
ad un singolare
ingiustificato
godere dell'inverno
per i suoi colori
per l'umido
di fuori

pioggia o neve
candida sulle distese?

si tornerà
a pregare per il raccolto
per la fertile donanza
per il giungere
lesto dell'atto
la buona semina
per l'abbondanza

ancora sarà l'aggrappo
mano sanguinante sul bordo della rupe
la stigmate del debito

poi
giungerà pietosa
la vomitata carità
di chi come sempre
gode e godrà
dell'abbondanza

Giordan


16 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Ciao Giordan. E' intensa la riflessione che proponi...adatta soprattutto a questo periodo, dove emergono più fastidiose le superficialità e le incoerenze di molti

giordan ha detto...

ciao Angelo Azzurro, l'avvicinarsi alle festività rende più superficiali del solito le persone anzichè renderle riflessive in questa società deformata. Ma il periodo che stiamo transitando, ridimensiona le possibilità economiche e destruttura il sistema fondato nell'iper consumismo. Nei casi estremi, c'è addirittura difficoltà ad avere i beni di prima necessità e molte persone, famiglie, si rivolgono a strutture come la Caritas per mangiare. Se ne parla poco perchè non si deve disturbare la società intenta a scialacquare gli ultimi risparmi.

Il mio testo lancia un grido d'allarme ma nel contempo, valorizza alcuni elementi del passato che costituivano la sicurezza di una famiglia, la rendevano indipendente dalla mercificazione. C'è anche un monito, si deve fare attenzione a coloro, che malgrado il periodo e le circostanze, continuano a vivere nel lusso e nello spreco grazie al sacrificio di tante altre persone.

Buona giornata e grazie

un abbraccio

Anonimo ha detto...

Con questi versi mi hai fatto pensare molto a Carducci Giordan!
Non so dirti perchè di preciso, ma è esattamente così.

Hai dipinto in modo eccezionale la Borghesia attuale, con vizi...tanti e virtù...nulle.
E la immagino come una grassissima signora.L'eccessiva opulenza...poi si sa che non da frutti positivi.

Un bacio.

giordan ha detto...

ciao Guernica,
a Carducci?
come mai? forse nel primo passaggio:
"soverchia ora ciò che l'attesa stava al rimesto"...

in effetti ha un che del suo romanticismo...

La borghesia è un problema serio per un semplice motivo: gode di un rapporto indirettamente proporzionale tra potere economico e saggezza.

L'equilibrio potrebbe essere la salvezza.

però, allo stato in cui si trova, il processo di culturizzazione necessita di anni.

Motivo per il quale Claudio Lolli dice in una sua famosa canzone:
"piccola vecchia borghesia per piccina che tu sia non so dirti se fai più rabbia,pena, schifo o malinconia"
e poi ancora:
" un giorno il vento ti spazzerà via".

Oggi la classe borghese è più estesa e comprende tre fasce la bassa, la media e l'alta... L'esame di coscienza tocca più o meno tutti. Dobbiamo rivedere i singoli comportamenti e non alimentare più l'altoforno del capitalismo o prima o poi incenerirà tutti quanti.

un abbraccio

zoé ha detto...

Bella e intensa, Caro Giordan .... Ricca di Immagini e Verità, ottima Riflessione Davvero ..
Complimenti.

DARK - LUNA ha detto...

Caro Giordan...
sarà...che non faccio parte di quella gente lì...
ma per me le festività sono esattamente ciò che rappresentano nella loro essenza.
Il Natale più di tutte, per me è spiritualità pura.
Quando faccio albero e presepe...rendo lode...
provo una certa comunicazione profonda che mi unisce a questo tutto....
Mi sembra così assurdo, lontano ed inaccettabile, pensare alle festività come un business all'insegna del consumismo che mi sento incollocabile persino io stessa....
Ma una cosa la so....
è questo il modo giusto di sentire le festività...quello autentico.
Il resto, mi disgusta...
I versi sono stupendi come sempre...
Un bacione.

amatamari© ha detto...

Grazie per questi splendidi versi, voce di chi non ha parola.

giordan ha detto...

carissima Zoè, ti ringrazio di cuore.
A volte rifletto sulla condizione sociale e allora...
trovo profondi squilibri

grazie

un abbraccio

giordan ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
giordan ha detto...

Grazie amatamari.
Sai... oggi ho letto tutto d'un fiato un bellissimo libro di Erri De Luca "Il peso della farfalla". Anche attraverso un racconto che parla d'altro, si comprende la miopia umana. E proprio questo l'elemento che mi preoccupa. Ecco perchè la voce di chi non ha voce non viene udita.

Un abbraccio e grazie per essere presente tra le mie parole.

giordan ha detto...

Ciao Luna, non è facile sfuggire al meccanismo consumista. La nostra società ha acquisito abitudini tali, che impediscono una corretta comprensione del problema. Non ci si accorge, di essere vittime del sistema. In occidente, il Natale, è l'occasione per fare regali. All'interno di questa connessione(Natale - regalo), ci sarebbe da fare uno studio sociologico. La questione che tratto nel testo è molto più ampia e tocca le piaghe di una società borghese corrotta, incapace di autogestirsi in quanto vittima e carnefice di se stessa in un processo disgregativo, che frammenta i nuclei sociali, creando delle scale gerarchiche fondate sul potere d'acquisto. Spesso, quello che si compra non è indispensabile e sovente è totalmente inutile. La deformazione, di fatto, impedisce all'uomo di distinguere le cose che servono dal superfluo e negli anni, la massa si è tramutata in un insieme di individui non autosufficienti, sprovvisti degli strumenti per l'auto-sussistenza, vittime di un mercato drogato che vende appunto droga, sotto forma di molteplici oggetti inutili.

Le capacità per sostenere tali ritmi, sono e stanno venendo meno. La distruzione di un tessuto industriale alterato, utile a produrre merce inutile in abbondanza, sta crollando per migrazione dello stesso, e per una sostanziale riduzione del potere d'acquisto. Quest'ultimo, innesca un processo irreversibile di "demolizione del tessuto sociale". Non ci sono più alternative, abbiamo disegnato le tracce dell'olocausto (dal greco "holos"=completo e "Kaustos"= rogo)del sistema economico occidentale. Marx aveva previsto la capitolazione e Debord, nel 1957, chiarificava attraverso la "società dello spettacolo", lo stesso punto avvallandolo di fenomeni contemporanei.

Ora se vogliamo salvarci, dobbiamo pensare di instaurare una decrescita sostenibile che non penalizzi l'essenziale, ma ci purifichi dal superfluo. A fronte di ciò, dobbiamo ridisegnare il sistema produttivo per consentire alle persone, attraverso la realizzazione di produzioni eco compatibili, un lavoro e un reddito. Altro salto complesso, sarà l'esportazione di tale politica in quei paesi pronti a fare il grande passo economico. Se non procediamo per questa strada, a breve, alcune popolazioni lo dovranno fare per la mancanza di risorse economiche e chi continuerà a iper produrre, cancellerà il poco rimasto del pianeta.

Forse ti sembrerò un tantino pessimista, ma onestamente, la mia fiducia nell'uomo, viene sempre meno.

Un grande abbraccio

Pupottina ha detto...

le tue paroli, a tratti dure, fanno riflettere...

Pupottina ha detto...

rispondo: eheheheh purtroppo il ferro da stiro che stira da solo ancora non l'hanno inventato...
un abbraccio e buon mercoledì ^___________^

giordan ha detto...

ciao Pupottina, in effetti a volte sono tagliente...ma è l'argomento che detta le parole.

Non esiste il ferro da stiro robotizzato??
Bene ,adesso ci penso io


un abbraccio

Angelo azzurro ha detto...

Così tu hai la possibilità di vedere i caprioli?? Non sai quanto t'invidio! Mi piacerebbe molto abitare in montagna solo per godere della natura al suo massimo splendore...
ciao Giordy

giordan ha detto...

Ciao Angelo Azzurro, sì, caprioli, poiane, falchi pellegrini, gheppi, e la notte volpe, tasso, allocco, barbagianni,, civetta e tanti altri simpatici amici. Cammino molto di notte nel bosco senza pila per non dare fastidio ai notturni. Sono un lupo solitario quando mi addentro nella mia terra. Cerco di dare meno fastidio possibile e alcuni animali abitudinari, mi riconoscono ormai.

un abbraccio