domenica 25 maggio 2014

Altopiano

e  
vanno ancora lungo la solca
tra i ciuffi del mugo
gli aghi degli abeti 
mesti
annaspano
come annaspano
goffe thaumetopoea pityocampa

in fondo
la via è quella e
bassi con le teste tra le dita aperte
stando ognuno in fila con la croce
s’urtano
ricordando carrozze di treno
nell’ultimo fiato
del freno

la riga dell’aria gira e
scrolla
nevischio su cengie a strapiombo
tuffando
contro verdi cornici
le ultime lacrime d’inverno

è qui
dove il ieri sarà ancora
domani

giordan
 


5 commenti:

Cavaliere oscuro del web ha detto...

I miei complimenti per i versi.
Saluti a presto.

Sari ha detto...

Debbo rileggerla ancora prima di entrare da questa porta.

Sari ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
giordan ha detto...

Ciao Cavaliere, grazie mille alla prossima

giordan

giordan ha detto...

Ciao Sari, è: una "smontante analisi" della popolazione montana di una determinata regione. Le culture di alcuni popoli si sono intrecciate formando o meglio deformando, un libero pensiero che prima, rendeva nobili i popoli delle rocce. Poi, un giorno, la "civiltà" raggiunge le latitudini remote delle terre alpine e distrugge l'equilibrio che esisteva tra uomo e ambiente. Oggi sovente troviamo tra queste genti, i primi nemici della loro terra. Dietro tutto questo, c'è un sottile pensiero che passa per l'oppressione, la paura, l'incapacità di agire svincolati dalle trappole che dal "sistema" sono state disseminate.

un abbraccio

giordan