e
vanno ancora
lungo la solca
tra i ciuffi del
mugo
gli aghi degli
abeti
mesti
annaspano
come annaspano
goffe thaumetopoea pityocampa
in fondo
la via è quella
e
bassi con le
teste tra le dita aperte
stando ognuno in
fila con la croce
s’urtano
ricordando carrozze
di treno
nell’ultimo
fiato
del freno
la riga
dell’aria gira e
scrolla
nevischio su cengie
a strapiombo
tuffando
contro verdi
cornici
le ultime
lacrime d’inverno
è qui
dove il ieri
sarà ancora
domani
giordan
5 commenti:
I miei complimenti per i versi.
Saluti a presto.
Debbo rileggerla ancora prima di entrare da questa porta.
Ciao Cavaliere, grazie mille alla prossima
giordan
Ciao Sari, è: una "smontante analisi" della popolazione montana di una determinata regione. Le culture di alcuni popoli si sono intrecciate formando o meglio deformando, un libero pensiero che prima, rendeva nobili i popoli delle rocce. Poi, un giorno, la "civiltà" raggiunge le latitudini remote delle terre alpine e distrugge l'equilibrio che esisteva tra uomo e ambiente. Oggi sovente troviamo tra queste genti, i primi nemici della loro terra. Dietro tutto questo, c'è un sottile pensiero che passa per l'oppressione, la paura, l'incapacità di agire svincolati dalle trappole che dal "sistema" sono state disseminate.
un abbraccio
giordan
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