per non lasciare incompiuto il verso che
procede
colma
fissa i ricordi
alle trame della vita che rimane
il 29 marzo alle 23,35
mia madre va
per attraversare le grandi praterie
ascolterò
nel mio stare supina
il frullo degli uccelli
il gorgoglio dell’acqua
il sommesso canto del vento
ascolterò
dal grembo di questa terra
le mille voci di mia madre
il passo continuo
lento
di mio padre
allora
tornerò me stessa
ancora sarò fibra
tralcio di vite
seme
d’altri semi
- : - : -
Non piangete nei giorni a
venire
non piangete le stagioni
lasciate a terra le foglie
cogliete la vita
che ogni giorno muore
rinasce e respira
muovete nel vento
come polline senza tempo
nulla
passa e va senza lamento
ho lasciato voi
per continuare
guardatevi attorno
fiori
colline
sentieri nel bosco
l’orma mia
costante
all’ombra del bosso
giordan
6 commenti:
Una poesia che si inoltra nel mistero, quello della vita e della morte, dei grandi sentimenti insiti nella natura umana,della sopravvivenza oltre l'ultimo respiro.
Addentrandosi nel bosco ammantato dello stupore dei fiori selvatici, in cui si riparano il ricordo, il rimpianto, la speranza.
Ogni parola è incastonata a diamante ad incoronare il suo ricordo.
Giordan, un abbraccio, mi sono emozionata parecchio...
Un legame forte quello chi ci unisce alla madre ..... Un legame che neanche la morte può spezzare ...... E che nei tuoi versi e' più vivo che mai!
T'abbraccio forte giordan rivolgendo col pensiero un'ultima carezza a lei
Il dubbio cede alle dinamiche della natura che compie il suo passo e non lascia nulla al caso. Ogni evento che pone fine ad una esistenza, ne innesca molteplici in direzioni diverse.
Grazie Costantino
Un abbraccio
Giordan
Carissima Sari, grazie per le tue parole.
Il peso della perdita è grande.
Sembra strano, ma ci si sente avvolti da una irreale dimensione in questi casi.
Un abbraccio
Giordan
Grazie Elisena.
La separazione è dell'assenza.
Come tu dici la madre è inseparabile perché madre è:
Presenza costante ovunque.
Un abbraccio e grazie per le tue parole
Giordan
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