sabato 14 maggio 2011

di d'io


le parole sono come le note …
si possono miscelare tra loro ottenendo così dei suoni.
Le parole hanno origini diverse, appartengono a diversi linguaggi a diversi popoli.
Associare più lingue, è un modo per unire le civiltà, per abbattere i muri delle inutili ideologie.
Si possono ottenere pesi diversi di “significante” ed esprimere pensieri con una maggiore enfasi

Buona lettura 
1.       

di d’io
tra icone e ostie
si impienano i crepi ai muri
come con la calce e la polvare
par far su col gnente  che
si calca
a chiudere però
qui
invisibile l’invisibile

non c’è suono o
verso che
irrompa ma
sconta e muta in sacrestia
una veste porpora
aspetta
il rantolo del ricordo
in un fondale di battistero

dov’è dio?
e gli d’io invece da ogni dove saltano fòra
affondano
le mani tra le sue carni

d’io
che siano fonte di se stessi?

bevendo
e sbavandosi contro gli uni agli altri e poi
pregando?

l’occhio a taglio girato
scruta la panca accanto

la campana rintocca
andate in pace

giordan






4 commenti:

L'angolo di raffaella ha detto...

Mi piacciono i tuoi versi perchè non sono mai banali... bisogna cercarne, ogni volta, la chiave di lettura per entrarvi e coglierne l'essenza.
Buon fine settimana

giordan ha detto...

Carissima zicin, innanzi tutto ti ringrazio per il tuo puntuale intervento che apprezzo molto.

Come in effetti dici, va cercata la chiave di lettura.
Sono alle prese con una ricerca che fonde la lingua italiana, lingua completa e ricca di vocaboli specifici, con una tipologia di dialetto veneto. Dico tipologia, in quanto nel veneto esiste un dialetto “matrice” che è il “veneziano” e un dedalo di idiomi che da quest’ultimo, attingono per derivazione: (metto tra virgolette, perché linguisticamente parlando non è propriamente corretto l’identificativo -matrice - e il termine -veneziano- : uso questi termini per praticità e quindi non rispetto i codici storico linguistici). Esistono quindi, come dicevo,un’infinità di dialetti minori che attingono principalmente dalla matrice veneziana e si mescolano poi, a lingue o dialetti di origine germanica sulla base della posizione geografica. All’interno di una regione morfologicamente complessa come il veneto che va dal mare all’alta montagna, si trovano non solo lingue diverse, ma anche culture profondamente diverse.
Le parole influenzate da altre lingue, non sono facilmente individuabili oggi, ma si trovano mescolate nei vari dialetti che cambiano a distanza di pochi km anche all’interno di una singola città veneta.
Quello che uso io, è il dialetto vicentino del centro città. Il dialetto, cambia in modo molto evidente in termini di pronuncia e di vocaboli, spostandosi da nord a sud della stessa provincia.
L’uso del dialetto, a spot, mi consente di caricare una specifica parola di significato. Come nel dialetto napoletano o romano o barese per fare degli esempi, le parole acquisiscono maggiore forza nell’espressione dialettale e anche nel dialetto veneto accade lo stesso fenomeno. Oltre a questo lavoro, è presente una ricerca sull’uso specifico delle parole stesse e sulle dinamiche che si possono adottare per cambiarne i significati.
Poi c’è il testo: una sorta di analisi su cos’è la religione oggi e su come l’uomo crede nel suo Dio.
In questo contesto lascio al lettore eventuali domande

un abbraccio

Unknown ha detto...

mi piace quest'esperimento! Io ho sostenuto un esame di dialettologia italiana all'Università e ne sono rimasta profondamente affascinata.

Costantino ha detto...

Versi difficili,problematici,ma profondi e ricchi di significato.