mercoledì 9 dicembre 2015

a ridosso
dei paranchi torti
il tempo
non perdona e
inesorabile varca l’oltre con ogni cosa ma
lui
torna
a veder chi altro attende


calmo
attiguo
al moto lento del pesco all’alba
l’attimo prima che sorga il sole
sta’
un uomo
in piedi tra le rughe e la falce

inconsapevole
svuota un intorno a lui coincidente e
preda
tra le mura del solito

crede d’esser libero e
di poter andare ovunque tra le linee confine
a vista
perdersi



della grande gabbia

Giordan

3 commenti:

Francesco Zaffuto ha detto...

Ciao, sono passato a leggere le tue ultime poesie inserite in questo blog. In alcuni di quei versi mi ci trovo, in qualche modo il nostro umano ripete notti e albe. Colgo l'occasione per augurarti un buon Natale e un sereno anno.

giordan ha detto...

Ciao Francesco,
grazie per la tua visita.

Sono d'accordo con te.
Buon Natale a te e grazie

Sari ha detto...

Sarà il calendario a portarmi queste riflessioni ma nei tuoi versi trovo una passione senza resurrezione. E' la vita che è così...
Buona Pasqua, qualunque cosa voglia dire per te, Giordan.