se fosse costa
piegata e convulsa alle onde
sarebbe approdo
ancora del naufrago
sarebbe sponda
su cui poggiare le membra
provate
dalla tormenta e
dal tormento della fuga
guerra
se fosse lama
se arida e nulla
valesse la pietà
allora sarebbe fermo
campo di battaglia
sarebbe acciaio
malese ferita che non “m’argina”
alle ossa spiovere
cadenti e roventi spade aguzze
e lì
cede in
mestizia l’umana mano tesa sulla rinnovata fame
Giordan
2 commenti:
A quali tragedie ci siamo abituati. Quanto lontani sono i "lontani" e quanto vorremmo dimenticare avendo il diritto di farlo.
Ma ci sono i poeti e non ci sarà possibile ignorare...
Bentornato, Giordan.
Carissima Sari, grazie a te e alla tua tenacia nel viaggiare tra queste righe che spesso fermano il loro moto. La mia vita da frenetica, è diventata errabonda nel mondo. Forse, salvo cambiamenti non previsti, torno più stabilmente in Italia e nel contesto, dovrei tornare a scrivere su queste pagine .
Un abbraccio forte e un caloroso Augurio di Buone Feste.
Giordan
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