questo è un blog che per scelta, ho voluto dedicare solo alla poesia. In passato, alla sua nascita, spaziavo su tematiche sociali e se fate un giro trovate ancora il materiale dentro.
Credo la poesia capace di parlare all'umanità in un modo alto, finito, riuscendo, o almeno spero, a toccare i cuori veramente di chi legge. Qui raccolti, come avete avuto modo di vedere, ci sono molti poeti e in alternanza, dei miei insiemi di parole. La scelta che mi ha spinto a fare solo poesia è stata proprio questa: la finitezza della parola poetica, come forza comunicativa che va oltre l'articolo, la denuncia.
Oggi però voglio un attimo uscire dal canone e condividere con voi, quanto scaturito da un dialogo con una persona conosciuta per caso
buona lettura
Slovacchia
18 aprile 2012
…
prima non avevate la libertà?
Sì,è
vero:
ora
avete
la libertà di diventare poveri …
Giordan
a Goran
Bratislava,
21.30, osteria di periferia a est della città:
le parole, a volte, sono armi sulle
quali fondare la propria rivoluzione o
strumento
di resa
innanzi alle avversità della vita.
Quanto ho detto ad uno slovacco, non ha
suscitato in lui sgomento: tristemente, annuendo, mi ha confermato la
considerazione.
Non
è facile immaginare, o meglio percepire, le sfumature che hanno plasmato la
vita di popoli geograficamente vicini, ma culturalmente lontani.
Non
è facile capire esattamente cosa muoveva realmente oltre quel muro, oltre
quella cortina di ferro, impedendo di fatto la libertà.
Cos’è
realmente la libertà?
È
una domanda che non ci si pone
chiaramente, ma sovente, ci si accontenta di un velato contorno.
La
libertà, è quella cosa che cammina al contrario rispetto alla macchina del
potere, del controllo sociale, dell’alienazione.
Non
ha molta importanza il colore della bandiera quanto il fine di chi la sostiene.
L’interesse
va oltre i diritti condivisi e usa strumenti appropriati alle condizioni
sociali e culturali delle vittime per sottometterle.
Ci
si interroga spesso sui meccanismi del passato che hanno dominato i popoli
appartenenti alla ex Unione Sovietica e, noi occidentali, riempiamo i salotti
di impressioni negative.
È
chiaro: quando la libertà individuale
viene messa in discussione, si è di fronte ad un regime.
La
cosa che noi occidentali fatichiamo a comprendere, è che di regimi ne esistono
molti ed alcuni, sono sofisticasti, subdoli, meno apparenti, ma più efficaci.
I
salotti per esempio, che noi riempiamo di parole sorseggiando drink, non sono
dell’amica o del tale che ci ospita o nostri, ma di una banca o di una
finanziaria.
L’auto
lussuosa che abbiamo in garage, è di una compagnia di leasing.
La
casa dove abitiamo, è della banca alla quale ogni mese versiamo la rata del
mutuo.
Il
lavoro che facciamo, non dipende dalle esigenze reali nostre o della società
che ci circonda, ma è frutto dei meccanismi del capitale, della borsa, delle
risorse di danaro in mano a pochi che vengono traslate nei vari continenti del
pianeta, sulla base dei potenziali ricavi.
Un
danaro, quello che noi abbiamo in tasca, falso e mutevole sulla base di regole
assurde di coloro che ne detengono il controllo.
La
ricchezza che produciamo non è per noi, ma per un sistema infernale, quel
sistema che ora sta ingoiando le persone privandole della libertà di scegliere
come vivere.
Non
mi addentro oltre nei meccanismi perversi che innescano questo lato di mondo
“libero”: mi interessa la parola libertà.
Una
parola che i governi occidentali usano spesso per mettersi a confronto con il
resto del pianeta:
un
resto che sovente ha meno libertà, o non ne ha affatto, per colpa dei governi
occidentali stessi.
Le
ideologie le scrive il potere e i popoli le sposano, le inneggiano dividendosi
per colore, pensiero, abitudini, ma fondamentalmente dividendosi. È questo ciò che
serve a chi produce l’ideologia. Frazionare le masse per averne il controllo.
Quando
il potere è forte, totalitario, allora si va oltre. Non serve lo scontro
ideologico quando c’è un regime perché il sistema ha raggiunto il suo massimo
sviluppo, il suo apice, e non gli serve più la falsa democrazia del pluralismo
politico.
Con
il pugno duro tengono sotto scacco le società impedendo di fatto ogni azione
indipendente e antagonista.
Non
importa il colore del potere: la sua reazione nei confronti di coloro che non
condividono gli obiettivi è la stessa: violenza e repressione.
Nell’Est
non potevano decidere e chi “pensava” o “parlava in modo antisonante al
sistema”, veniva messo da parte, punito.
Nell’Est
ora, hanno l’illusione di essere padroni delle loro scelte.
E
al di qua della cortina?
Dove
stanno le differenze?
Abbiamo
lo stesso miraggio: pensiamo di essere liberi di scegliere, ma in realtà
muoviamo i nostri passi su un terreno tracciato sulla base di percorsi
definiti: siamo identificabili in uno dei vari insiemi di connotazione sociale
e culturale.
Quando
al sistema dai fastidio, sanno esattamente dove sei, chi frequenti e dove ti
trovi grazie alle connotazioni che ci siamo attribuiti.
Il
paragone non calza? Vi sembra comunque di aver vissuto e vivere una condizione
diversa da quanto vissuto dai popoli regimentati?
Provate
a fare questa domanda a chi da anni lotta per fermare la demenziale TAV o la
demenziale base statunitense DAL MOLIN. Due opere che, oltre ad essere inutili,
devastano il paese. Provate a parlare con coloro che hanno tentato di smontare
la struttura mafiosa dei partiti, della politica italiana cercando di punire i
politici corrotti senza mai riuscirci e perdendo la vita come Falcone e Borsellino.
Provate a chiederlo a coloro che hanno cercato di denunciare le connessioni
pericolose tra i servizi segreti statunitensi e quelli italiani, per frenare
una possibile vittoria della sinistra negli anni 70, passando attraverso le
stragi di stato e trovandosi a fare i conti con una magistratura che cercava
colpevoli tra i proletari per depistare le indagini ( Piazza Fontana per
citarne una di eclatante). Negli USA, le cose non sono state e non sono molto
diverse: l’opinione diffusa è che gli Stati Uniti rappresentano il paese più
libero e democratico in assoluto: provate a chiederlo ai pacifisti e
ambientalisti americani come Joan Baez,
considerati”eco-terroristi” per aver manifestato contro la politica
economica americana e le molteplici guerre
che il grande paese democratico innesca per esportare il suo modello di “libertà”.
Poi, tornando in Europa, proviamo a chiederlo al popolo greco quanto si sente
libero di scegliere a fronte della condizione economica indotta dalle banche e
dai potenti della comunità europea.
Certamente
tutti abbiamo delle responsabilità e rifugiarsi dietro alle condizioni imposte
dai governi è un atteggiamento infantile. Se le persone fossero più solidali, meno
individualiste, più partecipative, si potrebbe realmente invertire il processo
illiberale e antidemocratico che vela tutta la terra e che veste colori diversi
sulla base di precise strategie e posizioni geografiche.
giordan
7 commenti:
La libertà è importante,ma le tue considerazioni sono giuste:la libertà non deve essere un alibi.
Anche io sono convinta che solo la partecipazione solidalmente attiva della popolazione potrà liberarci dalla tirannia dei corrotti cambiando così base e vertice del "potere"..
Buona settimana
Belle considerazioni.Buona settimana Giordan!
Condivido con le tue parole.
Leggo e sottoscrivo tutto. Hai detto mirabilmente quel che penso e che mi spaventa. Le persone credono, o vogliono credere, di essere libere, non hanno nessuna voglia di partecipare o di impegnarsi... si preferisce dire che così fan tutti e alzare le spalle. Scrivevo poco tempo fa a Francesco Zaffuto del mio sentirmi scoraggiata per la prima volta in vita mia, della delusione verso i fratelli italiani che pure sono speciali. speriamo in bene.
Ciao e tante grazie.
Oltre ovviamente al tuo post tutto da sottoscrivere, concordo in particolare con il commento di Sari.
Le persone credono o vogliono credere di essere libere.
C'è una tua frase che calza a pennello con questa che ancora chiamiamo democrazia ed è questa:
"La cosa che noi occidentali fatichiamo a comprendere, è che di regimi ne esistono molti ed alcuni, sono sofisticasti, subdoli, meno apparenti, ma più efficaci."
Grazie Giordan per questo post, necessario!
Ciao,
Lara
Carissimi amici,
grazie per la condivisione al mio pensiero e grazie per i vostri preziosi commenti. Scusate questo raggruppamento di risposte, ma sono ubicato in una regione del mondo dove il segnale va e viene e già più volte ho riscritto il testo.
Speriamo in una nuova sensibilità sociale per crescere a andare oltre a quanto oggi scorre innanzi i nostri occhi
un abbraccio
giordan
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