mercoledì 9 dicembre 2015

a ridosso
dei paranchi torti
il tempo
non perdona e
inesorabile varca l’oltre con ogni cosa ma
lui
torna
a veder chi altro attende


calmo
attiguo
al moto lento del pesco all’alba
l’attimo prima che sorga il sole
sta’
un uomo
in piedi tra le rughe e la falce

inconsapevole
svuota un intorno a lui coincidente e
preda
tra le mura del solito

crede d’esser libero e
di poter andare ovunque tra le linee confine
a vista
perdersi



della grande gabbia

Giordan

domenica 13 settembre 2015

IL TEMPO IN CUI LA MANO SFIORA


strano
è quel tempo in cui
la mano sfiora
una goccia che cola
lasciando intonso al suo postero scendere
l'oltre vedere

fermare l'inesorabile gravità
è un istinto
un impulso
che non pone il suo volere al rigore delle leggi
ma segue innato la pena umana che
ascolta
l'ottusa curiosità nel farsi morte

allora può essere:
al preludio si tace ogni buona azione
fermo
del fugace inseguir del dito

per tale ragione
la ragione perde e
del potere la scelta

misurata la forza
decide e compie
ogni altra giustizia

al nostro primo mietere

stana e morde

giordan

venerdì 15 maggio 2015

L'altra resistenza

allora cadevano a terra le cose 
la gente passava
indifferente
pensando che fosse normale 
vedere uscire sangue dal naso

qualcuno gridava e altri
ridevano

dalle montagne si aspettava il calare della primavera ma
lo sappiamo
a volte le stagioni protraggono l’attesa e
sembra
non finire il loro ardire
non giungere
il loro cedere alla morte

Giordan





domenica 15 febbraio 2015

Braccianti

solitari tra i campi
al tocco della campana
lasciano la fatica alla zolla torta e
tolta

la vita sotto
sorpresa assorta
non desta stupore a chi
il vomere conduce

corrono
all’adunanza perché
c’è chi racconta la ragione e c’è
chi ascolta
muto e piego
cogliendo tra rottami di parole 
le orme sue

allora si torna bambini e
si pensa che loro
lassù
su quel palco sfarzoso e acceso
abbiano a cuore i calli onesti delle mani

è solo vento
fugace momento

distratte
di tutti le menti
sono grasso per armenti
torchi e
ruote di carri

coi denti

giordan

lunedì 19 gennaio 2015

Disarma il domani


storte ed effimere speranze restano
in questo arido contesto che
annusa
come i cani
l’argine marginale della gòra

e in fondo
un mulino che muore
nei miasmi del niente
della subdola stasi

e i vecchi ci guardano e
ci chiedono dove sono le siepi
le api
le otri e l’odore dei mosti

ci chiedono
dove sono i bambini
le voci
davanti ai camini

non avere risposte
disarma il domani

Giordan