d’ansia onirica
come veste che
riveste
s’ammala ognuno
in ogni dove qui
adesso
se osserva attento
e rimane poi
ad aspettare un’aurora secca
come secca e arsa
è l’estate che azzanna il
pianton
insacca le ultime risate nei sudori aspersi dagli arti e
dagli anfratti remoti all’ombra
ma a nessuno viene un basta
perenne questo stare
ad un mediocre insieme che
corona
malgrado l’incolta stagione
l’insipiente governante che sta al timone.
e la nave cede e inabissa
dapprima la poppa per poi
cavar la sete anche alla prua
alla fine starà al fondo posata
un relitto per i posteri
l’insegna indicherà:
“qui i resti di una penisola remota
appendice ultima di una desolata europa”
giordan